Essere lavoratori e genitori in Italia
Da uno studio ADP Research Institute su lavoratori con figli in Italia si evince che il 40% lamenta difficoltà di carriera e vorrebbe più sostegno
Il 50% dei lavoratori con figli si aspetta un aumento in busta paga nel prossimo anno
Solo il 12% starebbe pensando di passare a un part time (il 17% tra chi ha figli da 1 a 5 anni)
Il 43% vorrebbe più sostegno psicologico all’interno dell’azienda
Nei prossimi 5 anni, il 21% dei genitori lavoratori spera nella piena flessibilità, mentre il 19% non disdegnerebbe la settimana lavorativa di 4 giorni.
Se poco tempo fa gli argomenti più discussi nel mondo del lavoro erano flessibilità e work-life balance, sembra che oggi il dibattito si stia sempre più spostando sui problemi di denatalità e sostegno alla famiglia. Infatti, con le famiglie che fanno sempre meno figli, e dunque il rischio concreto di una società e di un mercato del lavoro non più sostenibili nel prossimo futuro, è tempo di mettere in atto iniziative private e pubbliche in grado di sostenere adeguatamente i genitori lavoratori all’interno delle organizzazioni.
Le aziende sono chiamate a farsi carico delle proprie responsabilità, creando ambienti di lavoro virtuosi, mentre le istituzioni si stanno già muovendo in questa direzione, cercando di mettere in atto misure a sostegno soprattutto delle madri lavoratrici.
Ma come si sentono oggi i genitori lavoratori nel proprio posto di lavoro?
Attraverso “People at Work 2023: A Global Workforce View”, l’annuale survey redatta dall’ADP Research Institute, è stato possibile tracciare una panoramica di quale sia il sentiment odierno tra i lavoratori con figli in Italia. ADP è una multinazionale americana leader nell’human capital management e presente in Italia tramite ADP Italia. L’indagine si è svolta su circa 33.000 lavoratori in 17 paesi, di cui circa 2.000 in Italia e di questi circa 1.000 genitori.
Innanzitutto, è da sottolineare come il 40% dei genitori lamenti un mancato avanzamento di carriera, percentuale che scende al 30% tra i non genitori.
Tra le cause di insoddisfazione, il 43% lamenta di non avere avuto nessuno aumento in busta paga a fronte del maggiore carico di lavoro, percentuale che sale al 51% per chi ha figli da 5 a 10 anni.
” È normale che in una società moderna il mondo del lavoro si debba integrare in modo virtuoso con l’ambito privato e famigliare. Le aziende sono ormai chiamate a svolgere un ruolo attivo nel comprendere e soddisfare le esigenze dei propri dipendenti. In questo contesto, i programmi di sostegno per i dipendenti con figli rappresentano una priorità a cui dedicare appositi strumenti di aiuto sia economici sia psicologici, e un supporto concreto ad esempio con asili aziendali, voucher babysitter o una flessibilità oraria e di spazi ancora maggiore, che punti soprattutto al raggiungimento degli obiettivi”, precisa Marcela Uribe, General Manager ADP South Europe.
Il 50% dei genitori lavoratori si aspetta un aumento in busta paga nel prossimo anno (il 55% dei non genitori), anche perché una percentuale del 29% ha dichiarato di lavorare in straordinario non retribuito almeno 6-10 ore a settimana (solo il 27% dei non genitori). La speranza, in mancanza di un aumento fisso, è quella di avere almeno un premio una tantum per ammortizzare l’inflazione (40%), di ottenere dei buoni spesa/voucher (43%) mentre il 34% spera in un bonus. Solo il 12% starebbe pensando di passare a un part time (il 17% tra chi ha figli da 1 a 5 anni).
Alla domanda “quale ritieni sia per te la cosa più importante nel lavoro?”, il 55% ha risposto il salario (52% dei non genitori), mentre il 44% considera fondamentale la sicurezza e la stabilità (contro una media italiana del 38% e il 32% dei non genitori). Il 32% dei genitori lavoratori ammette di non sentirsi sicuro e stabile nella propria azienda. Inoltre, il 45% si sente sottopagato, ma è un dato in linea con la media italiana.
Il 43% vorrebbe più sostegno psicologico all’interno dell’azienda: il 17% si sente giornalmente stressato, e il 60% dice che questo stress pesa molto sul lavoro.
Per quanto riguarda invece la flessibilità: Il 14% attualmente gode di completa flessibilità, il 31% divide tempo in ufficio con tempo a casa ma ancora un 52% lavora solo da ufficio; eppure, per il 38% lo smartworking ha semplificato il lavoro e la gestione famigliare. Nei prossimi 5 anni il 21% dei genitori lavoratori spera nella piena flessibilità, mentre il 19% non disdegnerebbe la settimana lavorativa di 4 giorni.
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