Made In Italy, un viaggio nella moda italiana

“Sessant’anni di eccellenza del Made in Italy” accoglie il pubblico giovedì 5 giugno alle ore 19.00 negli spazi espositivi dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. L’inaugurazione, condotta dal Prof. Pierre Di Toro, Direttore della rivista Chiara Fama, e da Tindaro Paganini, Direttore dell’Italian Trade Agency (ITA), omaggia di certo alcune delle personalità più emblematiche della moda italiana.

I protagonisti indiscussi della rassegna, tra cui Giorgio Armani, Roberto Capucci, Dolce & Gabbana, Etro, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Krizia, Moschino, Prada, le Sorelle Fontana, Valentino, Versace, rappresentano sicuramente lo stile italiano in tutte le sue forme.

Un’esposizione tra cinema e passerelle

Realizzata grazie all’Italian Trade Agency (ITA) in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, la mostra curata dalle giornaliste Fiorella Galgano e Alessia Tota racconta quindi lo sviluppo creativo di designer che hanno trasformato l’Alta Moda italiana in una potenza internazionale.

Il progetto esibisce 40 abiti iconici, indossati da celebrità in film celebri o anche su red carpet internazionali. L’allestimento svela anche l’evoluzione dello stile italiano, dai suoi primi fasti all’estetica contemporanea, esaltando la visione stilistica personale di ogni designer.

A completare il percorso visivo, un filmato istituzionale ripercorre i momenti più significativi della moda italiana, con una testimonianza esclusiva di Micol Fontana, figura emblematica delle Sorelle Fontana, che racconta in prima persona l’epoca pionieristica dell’Alta Moda italiana.

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60 anni made in italy PH Press

Trentaquattro firme per raccontare un’eleganza sicuramente unica

In mostra i lavori di ben 34 tra stilisti e maison, tra cui anche:
Giorgio Armani, Renato Balestra, Laura Biagiotti, Sartoria Bonfanti, Brioni, Roberto Capucci, Roberto Cavalli, Franco Ciambella, Enrico Coveri, Roberta di Camerino, Dolce & Gabbana, Etro, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Marella Ferrera, Alberta Ferretti, Sorelle Fontana, Prince Egon Fürstenberg, Galitzine, Gucci, Krizia, Lancetti, Andrè Laug, Antonio Marras, Gai Mattiolo, Max Mara, Missoni, Moschino, Prada, Emilio Pucci, Sarli, Emilio Federico Schuberth, Valentino, Versace.

L’iniziativa, già lanciata a Roma nel 2012 con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha attraversato il mondo grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, toccando sedi espositive d’eccezione da Washington a Città del Messico, da Singapore a Mosca, fino a Canton, per approdare infine nel cuore d’Europa.

Tesori d’archivio e storie di bellezza

I capi in mostra provengono ovviamente da preziosi archivi e collezioni private. Tra gli esempi più emblematici:

  • L’abito da sera bianco-blu disegnato da Emilio Federico Schuberth per Gina Lollobrigida (1950) e il suo cappotto in broccato del 1958.
  • Il celebre “Pretino” creato dalle Sorelle Fontana per Ava Gardner nel 1956 e indossato anche da Anita Ekberg nel film La Dolce Vita di Federico Fellini (1960).
  • Il leggendario “Pyjama Palazzo” di Galitzine, scelto da Claudia Cardinale per La Pantera Rosa (1963).
  • Il tuxedo firmato Brioni per Pierce Brosnan in Die Another Day (2002).
  • Il vestito di paillettes dorate di Prada indossato da Cate Blanchett nel 2000.
  • L’iconico abito rosso di Valentino portato da Elizabeth Hurley nel 1998, esposto anche al Museo dell’Ara Pacis.
  • Il tubino scultoreo in taffetà di Roberto Capucci (1990).
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60 anni made in italy PH Press

Celebrità e Alta Moda in passerella

Spiccano anche:

  • L’abito ricamato della Sartoria Bonfanti, donato dalla Fondazione Isabella Rossini (1975).
  • I look creati per Naomi Campbell da Genny (1992), per Cindy Crawford da Roberto Cavalli (2002), per Jennifer Lopez da Versace (2000), per Zendaya e Beyoncé (2003).
  • Il sofisticato abito nero a sirena disegnato da Prince Egon Fürstenberg per Hunter Tylo (2000).
  • La creazione ricamata di Sarli per Valeria Mazza (1996).
  • Il modello a righe di Andrè Laug (1998) e quello di Franco Ciambella ispirato al Lago dei Cigni (2010).
  • L’“Abito Bambola” in cachemire e taffetà firmato Laura Biagiotti (2002), il caftano rosso di Alberta Ferretti (2001).

Moda e arte: un connubio profondo

  • L’omaggio alla lirica con l’abito “Carmen” di Renato Balestra (1996) per Maria Callas.
  • La pittura come musa nella collezione Lancetti ispirata a Picasso (1986), nell’abito “Arlecchino” di Gai Mattiolo (1997).
  • Le stampe distintive di Emilio Pucci (1967), Roberta di Camerino (1975), Gucci (1999), Enrico Coveri (1997) e Missoni.
  • Il completo in seta firmato Salvatore Ferragamo (1998).

Sperimentazioni e linguaggi della moda italiana

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60 anni made in italy PH Press
  • L’abito nero architettonico di Gianfranco Ferré (2005).
  • Il samurai dorato reinterpretato da Krizia (1987).
  • Le suggestioni militari nella collezione Etro (2000).
  • L’omaggio alla Sicilia di Marella Ferrera con l’abito-scultura del 1993.
  • La “Madonna Nera” di Antonio Marras (1998), creata con oro e chiodi di cavallo.

Genio, ironia e lusso firmati Italia

  • Il “bra-dress” di Moschino (1988), certamente audace e originale.
  • Il montgomery dorato di Max Mara (2007).
  • Lo smoking Regimental in oro e blu di Giorgio Armani, indossato da Claudia Schiffer (1991).

La mostra resterà aperta fino al 17 settembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (Rue de Livourne, 38 – 1000 Bruxelles).
Per maggiori dettagli, visita anche il sito:
https://iicbruxelles.esteri.it/it/gli_eventi/calendario/60-anni-di-made-in-italy-storia-dello-stile-italiano-vernissage/

A cura di Giulia Nori
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