Moda, un passato, un futuro, una sostenibilità necessaria

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Lo scorso 6 agosto, durante il tavolo sulla moda convocato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, si è ribadita l’importanza cruciale di una transizione sostenibile nel settore tessile.

La manifestazione di Italian Exhibition Group (IEG), che avrà luogo dal 5 all’8 novembre alla fiera di Rimini, ha sottolineato questo impegno attraverso il “Textile District”, un’area tematica interamente dedicata alla sostenibilità nel mondo della moda e a una serie di eventi focalizzati sui rifiuti tessili.

Un settore in crescita, ma con alte sfide ambientali

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Nel 2023, l’industria della moda in Italia ha raggiunto un fatturato di oltre 102 miliardi di euro, con circa 60mila imprese attive e 600mila addetti. Rappresentando il 4% del PIL nazionale, di cui il 90% è generato dall’export, il settore è uno dei più influenti dell’economia italiana. Tuttavia, il comparto tessile è anche tra i più impattanti a livello ecologico. Globalmente, è stata la seconda industria più inquinante dopo quella petrolifera, con un consumo annuale di 93 miliardi di metri cubi d’acqua e responsabile del 20% dell’inquinamento delle acque potabili e del 10% delle emissioni di CO2.

Ecomondo 2024: un hub di dialogo e soluzioni

Ecomondo, la manifestazione di riferimento nel bacino mediterraneo per la green e circular economy, ha rappresentato un punto d’incontro per affrontare le sfide ambientali del settore tessile. Il focus principale è stato posto sulla gestione del fine vita dei prodotti tessili, tema di grande criticità. Nel 2022, in Italia, sono state prodotte 160mila tonnellate di rifiuti tessili, con una media di circa 2,7 kg per abitante, ma solo il 22% di questi è stato raccolto per riuso o riciclo. Questo rappresenta una sfida significativa dato che, a livello globale, meno dell’1% dei rifiuti tessili si ricicla.

Verso una produzione circolare: sfide e prospettive

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La transizione verso una moda sostenibile richiede soluzioni innovative. L’Unione Europea ha introdotto i Regimi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i prodotti tessili, che obbligheranno i produttori a coprire i costi della gestione dei rifiuti. Dal 2025, sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei tessili, ma per un cambiamento reale, è necessario affiancare a queste normative soluzioni infrastrutturali e tecnologiche adeguate. L’introduzione di regimi minimi di fibre riciclate nei nuovi prodotti potrebbe incentivare ulteriormente la circolarità del settore.

Il futuro della moda sostenibile: innovazione e dialogo a Ecomondo 2024

Le tematiche trattate a Ecomondo 2024, con il supporto del “Textile District”, hanno incluso le criticità ambientali del comparto tessile e le possibili soluzioni. Tra le iniziative, il convegno “Rifiuti tessili urbani: raccolta, riuso e riciclo. A che punto siamo?” è stato un momento di confronto fondamentale, in cui esperti del settore hanno discusso di modelli di raccolta differenziata, tecnologie di selezione e riciclo, ecodesign, e delle potenzialità offerte dalla blockchain e dai passaporti digitali nel settore tessile. L’evento ha dedicato un’attenzione particolare all’aggiornamento normativo e alle sfide tecnologiche del riciclo tessile, dimostrando l’impegno del settore verso un futuro più sostenibile.

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