Abir El Mansoury, tra il lavoro e il mondo dello spettacolo
Dalla corsia all’obiettivo: la storia di chi non smette di crederci
Ha 32 anni, vive ad Albano Sant’Alessandro, in provincia di Bergamo, ed è un concentrato di energia positiva. Alta 1,70, con lunghi capelli neri, occhi castani e una pelle ambrata che racconta le sue origini, Abir El Mansoury parla perfettamente tre lingue: arabo, inglese e italiano. Determinata, solare e appassionata, sogna un futuro nel mondo dello spettacolo. E lo fa con il sorriso sempre acceso.
Di cosa ti occupi attualmente?

«Lavoro come infermiera all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È un mestiere impegnativo ma molto gratificante».
Hai però anche un sogno nel cassetto…
«Sì, vorrei lavorare nel mondo dello spettacolo. Non è una passione nata per caso: già ai tempi delle superiori partecipavo ad attività artistiche. Da un po’ ho deciso di prendermi sul serio e tentare davvero questa strada».
Quali aspetti dello spettacolo ti attirano di più?
«La moda, sicuramente. Amo l’idea di sfilare in passerella. È un ambiente in cui posso esprimere molte parti di me».
Hai uno stile che ti rappresenta?
«Entrambi: elegante e sportivo. Faccio sport regolarmente e lo stile sportivo riflette la mia quotidianità, ma non rinuncio mai a un tocco di classe».
Che tipo di sport pratichi?

«Zumba e palestra, nella scuola di ballo che frequento. È un’attività che mi tiene in forma e mi dà tantissima energia».
Anche il mondo della televisione ti affascina?
«Sì, moltissimo! Spot pubblicitari, cinema… mi incuriosiscono. Non ho ancora studiato recitazione, ma mi piacerebbe provarci».
C’è un genere in cui ti immagini di più?
«Mi piacerebbe sperimentare tutto: dalla commedia al thriller, fino all’azione. Solo provando posso capire quale mi calza davvero a pennello».
Hai già avuto esperienze importanti nel ballo?
«Sì, partecipo regolarmente al campionato italiano e lo scorso gennaio ho preso parte anche a un mondiale. Ballo danze caraibiche, ma da poco ho iniziato a esplorare anche la danza moderna».
Dove sei nata?

«In Arabia Saudita, ma vivo in Italia da quando sono piccola. Sono cresciuta in una valle bergamasca: è lì che mi sento a casa».
Parli benissimo italiano. Usi ancora l’arabo?
«Sì, l’arabo è la mia lingua madre. Lo parlo spesso e a volte mi capita di mescolare le lingue senza rendermene conto. È naturale per me»
Come ti descriveresti in tre parole?
«Solare, ambiziosa, determinata. Ma anche sensibile. Cerco sempre di vedere il lato positivo, anche nelle difficoltà».
E tra cinque anni, dove ti immagini?
«In TV, magari a condurre un programma. Sogno in grande, sì, ma credo che visualizzare ciò che desideri sia il primo passo per raggiungerlo».
In un mondo che spesso mette in primo piano l’apparenza, incontrare Abir è una boccata d’aria fresca. C’è bellezza, certo, ma soprattutto sostanza: un percorso professionale già solido, una determinazione autentica e un’energia che contagia. Il suo sogno è ambizioso, ma chi la incontra capisce subito che non è solo un’illusione. Abir non aspetta che le occasioni cadano dall’alto: le cerca, le costruisce, le affronta con coraggio. E chissà, forse un giorno la vedremo davvero in TV, a raccontare la sua storia a chi sogna come lei. Con lo stesso sorriso che oggi non ha mai smesso di indossare.
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