Chiara Ferragni, per Codacons le sue sono lacrime di coccodrillo

Chiara Ferragni darà 1 milione al Regina Margherita per i bimbi ma Codacons ritiene vergognose le sue lacrime. Partito l’esposto a 104 procure per ipotesi di truffa

Chiara Ferragni, dopo lo scoppio del “caso Pandoro” e 4 giorni di assenza social è tornata on line con un video, su Instagram, per dare la propria versione a proposito della multa ricevuta. L’influencer, in lacrime, ammette di aver sbagliato, annunciano la cospicua donazione di un milione di euro all’ospedale Regina Margherita pe rimediare. Rivela però anche l’intenzione di fare ricorso perché considera la sanzione ricevuta “spropositata”.

Un errore di comunicazione

Chiara Ferragni afferma che il suo è stato un errore di comunicazione. «Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficenza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali. Perché anche se il fine ultimo è buono, se non c’è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione, può ingenerare equivoci».

Non sarebbe la prima volta

Non solo pandori… in risposata alle difese di Fedez (anche nei confronti delle parole della Premier Giorgia Meloni. Pur senza mai nominare la Ferragni, ha criticato i messaggi ingannevoli veicolati sui social) il Codacons si è subito affrettato a replicare, portando a galla un altro fatto increscioso. «Forse Fedez ha problemi di memoria – attacca il Codacons – Il rapper infatti dimentica di informare i suoi follower che già in passato le iniziative benefiche dei Ferragnez sono state coinvolte nelle sanzioni dell’Antitrust, a seguito di denuncia del Codacons. Nello specifico la piattaforma Gofundme, usata da Fedez e Chiara Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele, nel 2020 ha ricevuto una maxi multa da 1,5 milioni di euro per le commissioni ingannevoli del 10% applicate a chi, in buona fede, donava i propri soldi proprio per iniziative sul coronavirus. Ma non è finita qui perché il Fatto Quotidiano ha ricordato che nel febbraio 2021 e 2022, l’imprenditrice digitale ha promosso le uova di Pasqua griffate Ferragni, questa volta prodotte da Dolci Preziosi. Anche in questo caso dovevano andare a sostenere un progetto benefico nei confronti dell’impresa sociale “I bambini delle fate”, che crea percorsi di inclusione sociale per minori affetti da autismo. Si sospetta che anche in questo caso le dinamiche siano state le medesime, in pratica assolutamente non edificanti, di quelle sciorinate in queste ora.

Ha solo voluto ripulire la sua immagine?

In ogni caso, tornando al caso Balocco, queste sono le affermazioni a caldo rilasciate da Codacons che, Assieme ad Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, è promotore dell’esposto all’Autorità da cui è scaturita la sanzione: «Da Chiara Ferragni arrivano oggi vergognose lacrime di coccodrillo per ripulire la sua immagine pubblica dopo la multa dell’Antitrust sul caso Balocco». E ancora: «Non scuse e mai più beneficenza (che si scrive senza la “i”…) da chi finge di pentirsi e tenta di ricattare i giudici con promesse di donazioni finalizzate ad ottenere una riduzione della sanzione Antitrust – afferma il Codacons – Chi continua a far finta che il dolo di questa abominevole operazione di lucro sia solo un “errore di comunicazione” o non capisce, o fa finta di non capire, e quindi non deve donare più nulla, e se vuole fare beneficenza può depositare il milione di euro promesso presso la Presidenza del Consiglio che provvederà a beneficare chi veramente ne ha bisogno». Intanto il Codacons ha fatto partire oggi gli esposti a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia in cui si chiede di aprire indagini sul territorio in merito al caso del pandoro griffato Ferragni per la possibile fattispecie di truffa aggravata.

Una pratica ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori

Si legge nella denuncia dell’associazione: “La campagna promozionale invitava ad acquistare un pandoro Balocco-Ferragni e spronava all’acquisto facendo capire che il ricavato della vendita sarebbe andato interamente in beneficenza. Tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica (il comunicato stampa, una pagina sul sito www.balocco.it con l’indicazione della finalità della partnership, i post e le stories pubblicate dalla Signora Chiara Ferragni), sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro. Appare evidente e doveroso un intervento da parte delle competenti Autorità per accertare ed in caso sanzionare le pratiche commerciali sopra denunciate in quanto, sulla scia dei sentimenti solidaristici ed alla sensibilità verso le cure per poveri bambini bisognosi, sono stati indotti comportamenti commerciali (l’acquisto di un determinato Pandoro limited edition). Nello specifico la modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro limited edition è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero tati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati. Ingannevole in quanto essa induce o comunque è risultata idonea ad indurre in errore il consumatore medio inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso o che comunque non avrebbe preso con l’auspicio di concorrere per le cure pediatriche di patologie gravissime”.

La richiesta di porre sotto sequestro i conti delle società

Per tali motivi il Codacons ha chiesto a 104 procure di tutta Italia “di voler utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare quanto esposto ed in caso positivo di verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità penali e quindi la sussistenza dei presupposti per la contestazione del reato di truffa aggravata ovvero altre fattispecie penalmente rilevanti, oltre che, in caso affermativo, di esperire l’azione penale nei confronti di eventuali autori/responsabili di fatti penalmente rilevanti”. Alla Guardia di Finanza il Codacons ha chiesto di porre sotto sequestro i conti delle società legaste a Chiara Ferragni a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro griffato. In presenza di scontrini o documentazione attestante l’acquisto, anche i cittadini possono avvalersi dell’associazione dei consumatori (inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it ) per intentare causa all’influencer. Molti affermano che questa sarà la fine del “mito Ferragni”. Sarà così?

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