Festival di Cannes e la lingua di Goliarda Sapienza
L’Italia cammina sul tappeto rosso con tre stelle dal nome Valeria Golino, Matilda de Angelis ed Elodie
C’è un’immagine, più di ogni altra, che resterà di questa 78esima edizione del Festival di Cannes: Valeria Golino, Elodie e Matilda De Angelis che avanzano fianco a fianco, come tre onde diverse della stessa marea, sul tappeto rosso di una première che ha il profumo della rivoluzione silenziosa. Si celebra Fuori, il nuovo film di Mario Martone, unico italiano in concorso ufficiale, e già si avverte che non sarà solo cinema: sarà voce, sarà memoria, sarà corpo.
Fuori porta sullo schermo una storia vera, incandescente, femminile fino al midollo, ispirata alle pagine de L’università di Rebibbia di Goliarda Sapienza. Le tre attrici – così diverse, così necessarie – si incontrano in un racconto di detenzione, libertà interiore e sorellanza, dove la fragilità diventa forza e il dolore si fa parola viva.
Valeria Golino: “Goliarda mi chiama ogni volta”

Valeria Golino non interpreta Goliarda, la è. La incarna, la respira, la ascolta. Dopo averle già dato voce dietro la macchina da presa con la serie tratta da L’arte della gioia, la riporta a Cannes con una performance che attraversa la ferita dell’arresto per furto del 1980, raccontata con verità nel libro autobiografico.
«È come se Goliarda mi chiamasse ogni volta», ha sussurrato in un’intervista recente. C’è un rispetto profondo, quasi mistico, nel modo in cui Golino cammina accanto a lei. La sua Goliarda è ironica, spigolosa, ostinata, piena di crepe, ma anche di luce. E non chiede di essere capita, solo ascoltata.
Matilda De Angelis e l’urlo muto di una giovane in guerra con sé
Matilda De Angelis entra nel film come una scheggia: dura, lucida, tagliente. La sua giovane detenuta, segnata da rabbia e silenzi, stabilisce con Goliarda un legame che non consola, ma trasforma. De Angelis riesce a dire molto anche quando tace, e nel suo sguardo abita una generazione intera che cerca una via d’uscita dentro un sistema che non perdona.
Il suo personaggio non si lascia salvare, ma si lascia guardare, e questo basta a farci tremare.
Elodie, la dolcezza che non chiede permesso
Con passo lieve ma deciso, Elodie torna al cinema dopo Ti mangio il cuore, e sceglie la via più difficile: la sottrazione. Il suo personaggio diventa una presenza essenziale nella vita di Goliarda, fatta di ascolti, pause e ferite condivise. Non cerca l’applauso, sceglie il silenzio che accoglie, e ci riesce. In lei non c’è spettacolo, ma verità. E la verità commuove sempre, anche quando fa male.
Mario Martone e Ippolita di Majo: il carcere come spazio dell’anima
Mario Martone firma un film diverso da Nostalgia, più chiuso negli spazi ma aperto all’intimità. Insieme a Ippolita di Majo, compagna e sceneggiatrice, trasforma la prigione fisica in un luogo di rivelazione, dove la scrittura diventa respiro e l’incontro tra donne diventa rivoluzione. Fuori non è solo il titolo: è una direzione, un desiderio, un grido sommesso che rompe le sbarre con la forza del pensiero.
Il film uscirà nelle sale italiane il 22 maggio, distribuito da 01 Distribution, mentre il 21 maggio sono previste anteprime speciali in collegamento con il Teatro Ariston di Sanremo, dove Martone e il cast incontreranno il pubblico.
Scarlett Johansson, Adrien Brody e Jafar Panahi, stelle tra arte e resistenza
Ad aprire la serata ci hanno pensato Adrien Brody, doppio Premio Oscar, insieme alla stilista Georgina Chapman. Subito dopo, i riflettori si sono accesi su Scarlett Johansson, che ha presentato il suo esordio alla regia A Private Life (Vie Privée), accanto a Erin Kellyman e June Squibb. Il pubblico ha accolto con interesse la pellicola, che segna un nuovo capitolo nella carriera della Johansson.
Ma il momento più potente è arrivato con Jafar Panahi. Dopo anni di condanne, arresti e censure in patria, il regista iraniano ha potuto finalmente rimettere piede su un red carpet internazionale, per presentare Un simple accident. Il film racconta le torture e le umiliazioni subite dai prigionieri politici in Iran, e già si parla di lui come candidato forte alla Palma d’Oro.
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