Harris contro Trump, gli endorsement delle star contano ancora?
L’influenza delle celebrità può ancora decidere il risultato delle elezioni?
Le celebrità possono ancora cambiare l’esito di un’elezione, o hanno perso il loro potere di persuasione? Questi interrogativi si fanno sempre più forti dopo le ultime elezioni americane. Nonostante il supporto di numerosi volti noti come Taylor Swift, Beyoncé, Lady Gaga, Cher e Robert De Niro, Kamala Harris ha infatti perso contro Donald Trump. In un momento storico in cui Hollywood si schiera apertamente, questo risultato suggerisce che il pubblico potrebbe non seguire più le scelte delle sue icone con la stessa fiducia di una volta.
L’impegno delle star nella politica americana
Per anni, celebrità del calibro di Barbra Streisand, Bruce Springsteen e Julia Roberts hanno influenzato la politica statunitense, sostenendo spesso i candidati del Partito Democratico. Anche nelle recenti elezioni, diverse star hanno usato il loro enorme seguito sui social media per promuovere il supporto a Kamala Harris. Taylor Swift, ad esempio, ha mobilitato i suoi “Swifties”, i quali hanno creato gruppi di sostenitori come “Swifties for Kamala”. Con oltre cento milioni di follower solo su Instagram, Swift rappresenta un esempio di artista con un’influenza eccezionale. Tuttavia, l’elezione di Donald Trump alla Presidenza sembra indicare che la forza degli endorsement delle celebrità si sia notevolmente ridotta, e che la “Hollywood bubble” si allontani sempre più dalla realtà vissuta dall’americano medio.
La distanza percepita tra Hollywood e i cittadini
Oggi, molti cittadini americani vedono le celebrità come parte di un’élite lontana, incapace di cogliere le preoccupazioni della vita quotidiana di una società sempre più polarizzata. In passato, le star potevano influenzare il comportamento dell’opinione pubblica; ora, invece, i loro messaggi politici rischiano di sembrare “prediche” che provengono da una posizione di assoluto privilegio.
Queste dichiarazioni, più che avvicinare le persone comuni, rischiano di allontanarle. L’esito delle elezioni americane ha rappresentato dunque un punto di svolta: Hollywood, pur restando un simbolo potente di cultura e immaginario, non sembra avere la stessa capacità di influenza di un tempo. In un’epoca in cui molti cittadini guardano con sospetto alle élite, l’appoggio delle star a Kamala Harris sembra aver avuto effetti ambivalenti, e non si è dimostrato una spinta propulsiva decisiva.
La “Hollywood bubble” e l’americano medio
Molti americani definiscono il mondo delle celebrità come una “Hollywood bubble” distante dai valori e dalle esperienze quotidiane della popolazione comune. Questa percezione rende meno incisiva l’influenza delle scelte politiche delle star, poiché appare chiaro che i divi non sempre comprendono appieno le esigenze e le difficoltà della vita dell’americano medio. Nel mondo sempre più interconnesso di oggi, il fascino e l’inaccessibilità che un tempo garantivano alle star un potere persuasivo sembrano perdere la loro efficacia. Gli americani ora assistono a una decostruzione del divismo, e vedono le star sempre più come persone comuni, piuttosto che figure inarrivabili.
La fine dell’era dell’endorsement delle star?
L’era in cui bastava il supporto di una celebrità per orientare il voto sembra ormai conclusa. Gli elettori americani, ora più che mai, tendono a prendere le loro decisioni politiche in autonomia, senza farsi influenzare dal glamour o dalla notorietà delle celebrità. Hollywood sembra aver perso la potenza politica che deteneva un tempo, lasciando il posto a una nuova era in cui i cittadini scelgono in modo indipendente, senza il peso dei consigli provenienti dal mondo dello spettacolo. Questa nuova realtà segna un cambiamento significativo nel panorama politico degli Stati Uniti, dove il fascino delle star non rappresenta più un fattore determinante nelle scelte elettorali.
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