Il cappello di carta: in scena vanno i sentimenti!

Scritta da Gianni Clementi, questa è una commedia che commuove, regala spunti per riflessioni profonde ma, allo stesso tempo, garantisce tante risate

Non appena si apre il sipario, il pubblico, come fosse a bordo di una ideale macchina del tempo, verrà immediatamente trasportato in un qualunque giorno del 1943. Una “cartolina in bianco e nero” che prende però subito colore al momento di fare “conoscenza” con una umile famiglia popolare romana che aspira, come è normale che sia, a una vita migliore. La quotidianità rappresentata, infatti, è un continuo e irrefrenabile “sali e scendi” di momenti di apparente tranquillità e situazioni spesso decisamente difficili da gestire. Momenti vissuti con una infinita speranza condita però, inevitabilmente, anche di illusioni, rabbia e frustrazioni. Ad aggravare le fisiologiche dinamiche dei protagonisti in scena, il fatto che oltre le 4 intime mura della loro casa ci sia la tragedia della guerra. La terribile situazione, però, si declina in battute esilaranti, persino quando c’è da metabolizzare il bombardamento di San Lorenzo, il mercato nero e la fame. Tutto, dunque, viene sempre vissuto senza perdere mai il sorriso.  I veri protagonisti de “Il Cappello di carta”, il capolavoro di Gianni Clementi, uno degli autori contemporanei più talentuosi e apprezzati, sono sicuramente i sentimenti che, a prescindere dall’epoca rappresentata sul palco, va inevitabilmente a toccare le corde più intime di chiunque assista. Questa, infatti, è commedia che tra ispirazione dagli stati d’animo più puri che caratterizzano l’umanità, commovendo, regalando spunti per riflessioni profonde ma garantendo, anche, tante risate.

Dal 30 gennaio al 25 febbraio

La Compagnia del Teatro 7

IL CAPPELLO DI CARTA

di Gianni Clementi

regia di Michele La Ginestra

Teatro 7

Via Benevento, 23, 00161 Roma RM

Informazioni e biglietti

06 442 36 382

http://tinyurl.com/cappellocartaTeatro7

botteghino@teatro7.it

Leggi anche: Curiosità: da burro a bagno, fino a cin-cin. Le espressioni italiane a cui prestare attenzione all’estero

Start typing and press Enter to search