In che modo gli Italiani vivono l’accoglienza

La recente ricerca condotta da HomeExchange insieme a Metrica Ricerche rivela una profonda evoluzione nel modo in cui gli italiani vivono il concetto di ospitalità. Il sondaggio ha coinvolto 1.001 persone, suddivise per età e area geografica. Lo scopo: comprendere come cambiano le abitudini domestiche in relazione all’accoglienza degli ospiti. La casa, da semplice rifugio privato, si trasforma spesso in uno spazio dinamico dove nascono relazioni. Una sorta di “piattaforma” su cui si rafforzano legami e si creano momenti memorabili.

Tra i dati più rilevanti emersi, spicca l’approccio entusiasta dei giovani adulti: il 53% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni accoglie gli ospiti con vera gioia. Nella fascia tra i 55 e i 64 anni, solo il 16% dichiara di provare fastidio nel ricevere amici o parenti, segno di una generazione più cauta. Questi numeri mettono in evidenza una linea generazionale netta tra chi considera l’ospitalità un’opportunità sociale e chi la vive come un impegno gravoso.

Il Sud guida la convivialità, il Nord resta più riservato

Secondo lo studio congiunto di HomeExchange e Metrica Ricerche, il 31% degli abitanti del Sud e delle Isole apre spesso le porte della propria abitazione. Le regioni settentrionali e centrali, invece, mostrano maggiore riservatezza. Infatti, il 19% e il 18% degli intervistati di queste zone ammette di non invitare mai nessuno. La convivialità nel Sud Italia mantiene viva una tradizione di calore umano e apertura verso l’altro, che altrove si è forse un po’ smorzata.

In generale, il 36% degli italiani organizza eventi a casa in maniera sporadica, mentre il 26% lo fa frequentemente. Questo dato evidenzia come l’ospitalità resti una componente importante nella vita domestica. Ovviamente, con sfumature differenti a seconda dell’età, del luogo e delle abitudini personali.

Pochi perfezionisti, molti pratici e alcuni improvvisatori

Il desiderio di perfezione coinvolge solo una parte della popolazione. Soltanto il 26% degli intervistati prepara l’ambiente nei minimi dettagli, mentre il 62% preferisce puntare su semplicità ed efficienza, evitando lo stress da perfezionismo. I giovani tra i 25 e i 35 anni si dimostrano più attenti, con un 31% che cura ogni aspetto dell’evento, dalla pulizia della casa al cibo servito.

Una fascia interessante, quella tra i 55 e i 64 anni, si affida invece spesso all’improvvisazione: il 10% degli intervistati dichiara di organizzare tutto all’ultimo minuto, forse per un atteggiamento più rilassato o esperto. Le altre fasce d’età si mantengono tra il 2% e l’8%, suggerendo una maggiore attenzione alla pianificazione.

Le preoccupazioni principali: igiene e buona cucina

Quando si tratta di ricevere, le ansie principali riguardano soprattutto la pulizia dell’ambiente domestico, considerata prioritaria dal 41% degli italiani. Seguono l’attenzione alla qualità dei piatti proposti (26%) e il desiderio di creare un’atmosfera accogliente (16%). I più giovani, in particolare quelli tra i 18 e i 24 anni, mostrano una forte attenzione alla pulizia, con il 51% che la ritiene l’aspetto fondamentale.

I cittadini oltre i 65 anni, invece, puntano più sul cibo: solo il 21% si preoccupa delle condizioni igieniche della casa, mentre la soddisfazione culinaria degli ospiti rappresenta il fulcro dell’esperienza di accoglienza.

Cosa portare a cena? Gli italiani preferiscono offrire tutto

Quando si viene invitati, emerge un’interessante visione sull’etichetta: il 72% degli italiani dichiara di offrire sempre tutto agli ospiti, senza chiedere alcun contributo. Solo il 9% auspica una condivisione delle spese. Questo comportamento rispecchia una tradizione tutta italiana, in cui accogliere significa donare senza aspettarsi nulla in cambio, almeno nelle situazioni più informali.

Secondo le regole del galateo, chi viene invitato dovrebbe portare qualcosa di complementare, come un dolce o un aperitivo, lasciando al padrone di casa il compito di preparare il pasto principale. Questa abitudine, ancora viva nella cultura italiana, segna un confine chiaro tra gentilezza e obbligo.

HomeExchange promuove una nuova filosofia dell’accoglienza

Il principio della condivisione domestica è al centro del progetto HomeExchange, realtà internazionale con oltre 200.000 membri nel mondo e più di 8.000 in Italia. L’azienda, guidata da Emmanuel Arnaud e Charles-Edouard Girard, ha rivoluzionato il modo di viaggiare. Grazie a uno scambio casa basato su fiducia, rispetto e reciprocità, gli utenti trasformano il viaggio in un’esperienza autentica, proprio come accogliere amici a casa.

Gli HomeExchangers sono noti per il loro impegno nel lasciare le case in condizioni impeccabili, spesso più pulite di come le hanno trovate. Curano animali e piante, rispettano le regole e dimostrano gratitudine con piccoli regali o biglietti scritti a mano. HomeExchange, con sedi a Cambridge e Parigi, ha acquisito marchi come GuesttoGuest, Trampolinn, Itamos, HomeForHome, Knok, NightSwapping e Echangedemaison, dando vita a un’unica comunità sotto il marchio unificato nel 2018.

La piattaforma, certificata B Corp dal 2022, promuove un turismo più sostenibile e inclusivo. L’app ufficiale, disponibile su dispositivi iOS e Android, consente di gestire facilmente profili, messaggi e prenotazioni. Chi desidera iscriversi può farlo anche dal sito ufficiale www.homeexchange.it.

A cura di Martina Russo

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