“La ballata delle figlie”, storia di maternità e della sua negazione
La storia di Teresa è una di quelle che riempiono le pagine di cronaca. Una donna abbandonata alla nascita che vorrebbe ricomporre il puzzle della sua vita
Teresa Rei, 38 anni, deve il suo nome a un giudice e a una santa. La sua è la storia di una figlia di NN,ovvero di una donna che ha partorito scegliendo di restare anonima. È stata adottata da piccolissima e non sa nulla della sua famiglia d’origine. Era molto giovane quando, per la prima volta, ha provato a cercarla e si è subito scontrata con una legge tutta italiana, la 184 del ‘83 – anche detta legge dei cento anni – che impedisce alle persone date in adozione in anonimato di risalire alle loro origini biologiche.
Tra le strade di un paesino in Molise e nei meandri di una Berlino scossa da rivolgimenti epocali
Teresa ha quasi quarant’anni, una carriera avviata e un matrimonio in crisi. Abbandonata da bambina, è cresciuta grazie alle amorevoli attenzioni di Carla, la madre adottiva, e ai sapienti consigli di nonna Ida. Non ha mai dimenticato Alessandro, con il quale ha indagato sulle proprie origini a partire dalla piastrina di un soldato della Seconda Guerra Mondiale lasciatale nella culla. Una ricerca per vie ufficiali e ufficiose, tra le strade di un paesino in Molise e nei meandri di una Berlino scossa da rivolgimenti epocali. Poi, forse a un passo dalla verità, si è fermato tutto, come il loro rapporto. Da allora il tempo è trascorso inghiottendo ogni intenzione e la vita ha impresso agli eventi i propri bizzarri piani: Carla non c’è più, Teresa ha pubblicato un romanzo di successo e Alessandro è dall’altro capo del mondo. Un giorno, dopo anni di silenzio, lui la chiama. Ha una cosa importante da dirle: forse ha trovato la chiave per accedere alla verità. Forse è l’occasione di ricomporre il puzzle della sua esistenza… E soprattutto affrontare il loro rapporto rimasto in sospeso da troppo tempo
La maternità e la sua negazione
La storia di Teresa è l’occasione per parlare di tematiche che continuano a riempire le nostre pagine di cronaca. Quelle femminili riguardanti la maternità e la sua negazione, in tutte le sue sfaccettature. Il diritto di una donna che decide di mettere al mondo un figlio lasciandolo alle cure di una struttura e di restare anonima. Le culle termiche e le culle per la vita. Sembrano storie d’altri tempi, ma sono storie attuali. Ancora oggi in Italia esiste un’emergenza adozioni per cui il numero dei neonati abbandonati in ospedale risulta in crescita. Sul web ci sono forum, gruppi facebook, pagine social molto attive di figli adottati in cerca di genitori o fratelli per vie ufficiali e ufficiose.
Il diritto dei figli nati da parto anonimo
Il Comitato nazionale per il Diritto alla conoscenza delle origini biologiche dal 2008 si adopera per portare all’attenzione del Parlamento il diritto dei figli nati da parto anonimo, affinché possano conoscere l’identità della propria madre biologica, previo interpello e consenso di quest’ultima, nel totale rispetto della sua privacy. Molte sono le donne che potrebbero desiderare di rintracciare quel figlio dal quale hanno dovuto separarsi, spesso in seguito a circostanze non dipendenti dalla loro volontà, ma ogni giorno che passa vedono svanire la speranza di ritrovarle ancora in vita, precludendo ai figli la possibilità di conoscere la propria provenienza, la storia personale e i dati relativi all’anamnesi medica famigliare.
Sara Lorenzini, l’autrice
Sara Lorenzini è scrittrice, sceneggiatrice e autrice televisiva. Ha scritto il docufilm “Sbagliata” (Amazon Prime, Lotus 2023); la serie tv “Canonico” (Tv2000) e diversi documentari per reti nazionali, tra i quali “Commissari” (Rai Tre), “Grande Amore” (Rai Tre), “Così lontani così vicini” (Rai 1). Il suo ultimo romanzo 45 metri quadri. La misura di un sogno ha vinto il Premio Zocca Giovani.
La ballata delle figlie, di Sara Lorenzini, edito da Castelvecchi Editore, Collana Narrativa – pp. 200 – Euro 20,00
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