“Me ne frego”, lo stile di vita di Achille Lauro
L’anarchia è uno stato d’animo da declinare nella vita. E’ solo ciò che vuole essere, è Achille Lauro, punto e a capo.
Per molti rivederlo a Sanremo 2020 è stato riscoprirlo, per i suoi fan ha scritto una nuova pagina non di sola musica, ma anche d’arte a tutto tondo, avvalendosi di tutti i mezzi possibili.
In coppia con Boss Doms, suo amico, chitarrista e produttore creano, si divertono e soprattutto sperimentano. Allora, evviva! La musica rap/trap con un’anima rock punk, ha il suo nuovo idolo e non è la solita rima. Sempre attento alla cronaca, gentile, educato e al passo coi tempi, o meglio, è lui che li detta e c’è poco da fare, che lo si ami oppure odi, se ne parla.
Achille è il vento del futuro, probabilmente tra dieci anni le sue esibizioni saranno il classico dejà-vu, come lo è stato ai tempi di Renato Zero.
Modello e icona di moda, con il suo stile gender fluid è entrato di diritto nella scuderia Gucci; Alessandro Michele infatti, non si è lasciato scappare l’occasione per collaborare con il cantante ed è stato suo l’onore di vestirlo in occasione del festival canoro.
Con nonchalance indossa broccati d’oro e si sveste alla San Francesco, e poco dopo è pronto per un’altra performance, dove si sente a suo agio nella pelle di Ziggy Stardust, affermando: “La confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo”.
C’è chi parla di strategia per vendere, ma chi conosce bene Achille sa benissimo che non ne ha bisogno; nessuno gli ha regalato nulla al di fuori delle critiche, e in quello che racconta ci mette il sentimento, prima di tutto.
Strizza sempre l’occhio al passato, trae ispirazione dai grandi della musica, dell’arte e della moda, fermamente convinto: “Sono nato nel 1990. Ricordo che da bambino, e poi, da adolescente, la musica che ascoltavo creava emozioni talmente forti da diventare oggi un ricordo a tratti malinconico”.