Adriano Giannini, non solo figlio d’arte

Milano oggi è la sua casa, ama il tennis, scrive favole e sogna d’intraprendere la strada della regia.

Un DNA importante, da cui spiccano allure, fascino e quegli occhi azzurri, come una giornata assolata in pieno mare aperto. Adriano Giannini continua a incassare lodi e successi di una carriera. Divisa tra il doppiaggio e la recitazione. E pensare che tutto è nato da un momento non felice.

Era il 1987 quando prematuramente scompare suo fratello Lorenzo, e nella vita dell’attore crollano tante certezze, e sopraggiunge la voglia di andare via, che viene però fermata da un’opportunità. Quella d’iniziare a muovere i primi passi nel cinema.

Proprio come ha dichiarato in un’intervista qualche tempo fa: “Mio fratello se n’è andato quando ero in un’età molto delicata. Non sei mai pronto per affrontare una perdita così. Era l’ultimo anno di scuola. La mia prima reazione è stata la fuga: sostenere l’esame di maturità e poi andarmene via dalla casa della mia infanzia. Ma, proprio quando me ne stavo andando, hanno proposto alla mia mamma di firmare la regia del film ‘Evelina e i suoi figli’! Nella troupe mancava l’assistente dell’aiuto operatore. Così ho iniziato a lavorare per il cinema, e dopo quel film la stessa troupe mi ha richiamato”.

Oggi per amore si è trasferito a Milano, ha sposato Gaia Trussardi. Una delle eredi della celebre Maison di moda, con cui all’ultima Biennale cinema di Venezia. Ha sfilato mano nella mano lungo il red carpet, regalando al pubblico e ai flash dei fotografi un momento incantato di quella dolce vita vissuta da papà Giancarlo. 

Adriano Giannini, non solo figlio d’arte

In questi giorni, possiamo essere toccati dalla sua profonda interpretazione in “Lacci”, l’ultima pellicola di Daniele Lucchetti, ispirata al romanzo omonimo di Domenico Starnone, nelle sale dal 1°ottobre, dove recita la parte di uno dei figli ormai adulti della coppia interpretata da Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio e poi, in una versione più matura, da Laura Morante e Silvio Orlando. 

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E pensare che dopo il suo primo film “Alla rivoluzione sulla due cavalli”, regia di Maurizio Sciarra del 2001. È seguita una grande prova da attore che lo ha messo subito a confronto con il ruolo interpretato dal padre nel 1974. Nel remake “Travolti dal destino”, diretto da Guy Ritchie del 2002. Con la sceneggiatura curata da Lina Wertmüller, che tra critiche e applausi lo ha visto conquistare una buona fetta di pubblico. 

A distanza di anni un’altra coincidenza, definiamola così, mette a confronto Giannini jr con Giannini senior: il doppiaggio di Joker, che porta al primo un prestigioso premio. Il Nastro d’Argento, per aver dato voce all’attore americano Joaquin Phoenix. 

In questo clima di ripresa ha raccontato quanto sia stato prezioso il tempo vissuto durante il lockdown, impiegato per inserirsi meglio nella sua nuova dimora milanese, lavorando a incidere audiolibri, scrivere favole, montare video e aiutare sua moglie con il suo progetto musicale d’impronta sociale “Love Love”, uscito lo scorso 24 aprile.

Ma non è finita qui, dopo il doppiaggio e la recitazione, potrebbe avverarsi un sogno da sempre nel cassetto, quello della regia, a cui sta pensando da qualche tempo. In merito ha espresso il suo pensiero proprio in una recente intervista: “Ho già girato due corti e mi piacerebbe fare un lungometraggio, prima o poi, vedremo quando; in Italia non è così semplice, il sistema è complicato e non aiuta”.

Mentre continua ascrivere favole e a farci comunque sognare.

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