Azzurra Morelli: vi raccontiamo il nostro progetto Ahirain

Il guardaroba maschile e femminile e la sua evoluzione, ad hoc per gli universal traveller

E’ il tempo delle connessioni digital H24, il tempo dello smart-working, il tempo degli spostamenti sempre più veloci, sia per lavoro che per sé stessi. E’ il tempo insomma della cultura globale. E per essere ancora più mirati, è l’epoca degli universal traveller, i viaggiatori di oggi, che si vestono con capi “for every-occasion”. L’abito che diventa passepartout: un perfetto lasciapassare per meeting, cocktail, momenti di relax e viaggi d’oltreoceano, verso mete che impongono un improvviso cambiamento atmosferico, un improvviso cambiamento di vita quotidiano.

E il guardaroba per uomo e donna così pensato, è stato ideato e sviluppato dai fratelli Azzurra e Giampaolo Morelli che, con Andrea Pucci, hanno dato vita progetto Ahirain ovvero un marchio dove il plus della sartoria italiana non si distanzia dal tocco tecnologico, quello più mirato, più adatto a chi oggi, in piena epoca di “cittadino del mondo mood”, vede l’abito in primis come un investimento funzionale ai ritmi serrati di oggi. Funzionale quindi, per un’ottica di vita dove l’abito high-quality dura negli anni, attraversa i trend e riflette la società che cambia. Di questa formula e del loro bel progetto, ne abbiamo parlato con Azzurra Morelli, CEO – assieme a Giampaolo Morelli e Andrea Pucci – del marchio Ahirain.  

Come e quando è nata l’idea di creare Ahirain?
L’idea di creare Ahirain nasce una sera di 5 anni fa ad una cena tra amici. Io e mio fratello Giampaolo conoscevamo Andrea in quanto concittadini a Empoli, e cresciuti respirando moda e stile fin da piccoli grazie alle rispettive famiglie. Cinque anni fa abbiamo deciso di unire il background di Andrea Pucci – la cui famiglia, Allegri, ha creato “l’impermeabile” empolese che poi ha esportato nel mondo e ha “lanciato” stilisti tra i più noti nel panorama internazionale – con il DNA mio e di Giampaolo, che proviene dalla pelle e dalla ricerca, sviluppo del prodotto e produzione per brand internazionali.

Chi è l’universal traveller al quale il marchio dedica le sue collezioni?
Il nostro universal traveller è un consumatore cosmopolita, urbano-metropolitano, che ama avere un guardaroba contemporaneo dal taglio urban, senza per questo rinunciare alla funzione e quindi alle occasioni d’uso più care.

Progetto Ahirain

Qual è l’ispirazione della collezione per la primavera-estate 2020?
Un viaggio d’estate in un’isola tropicale, immersi nella natura. Così la nuova collezione donna di Ahirain recupera capi d’intonazione couture e li ricostruisce privilegiando la scelta di tessuti ad alta tecnologia e volumi ampi e confortevoli. La collezione si concentra su capispalla elaborati, con un attento studio delle proporzioni e dei tagli: trench ampi, parka, rainshirt, tessuti waterproof e windproof. La gamma dei colori si rifà al mondo della natura, dal sabbia alle tonalità più intense del verde delle foglie e del blu degli oceani, fino agli scuri e al nero, per poi accendersi guardando le piume degli uccelli tropicali, l’arancio dei frutti e il rosa dei fiori.

Come vi siete divisi i ruoli all’interno dell’azienda?
La realizzazione stilistica è seguita da tutti e tre supportati dal team di stilisti interni dell’azienda. Io e mio fratello, grazie alle nostre competenze, siamo più focalizzati sulla ricerca materiali e lo sviluppo del prodotto. Questo è il nostro mondo: realizzare capi di abbigliamento innovativi e ricercare lavorazioni che li rendono unici. Andrea è invece più focalizzato sulla parte commerciale: segue le vendite in show room, agenti e presenzia alle fiere di settore.

Come state vivendo questo momento così delicato per l’economia internazionale e, nello specifico, come si evolverà secondo lei il sistema moda e l’organizzazione delle collezioni stagionali?

Purtroppo questo momento sta mettendo a dura prova tutti i settori in modo trasversale. Noi, essendo un marchio emergente, soffriamo forse di più rispetto ai marchi affermati. Noi presenteremo la stagione p/e 21 in modo virtuale ma sono però convinta che il prodotto vada “respirato” e “conosciuto” toccandolo, sentendo la pesantezza o leggerezza dei tessuti. Inevitabilmente ci sarà un’inversione nel sistema che ci porterà alla rivalutazione dei calendari stagionali. Stiamo andando incontro ad un modo più “fluido” di lavorare nel nostro settore: ci saranno diversi approcci e diverse metodologie che sinergicamente creeranno il sistema moda del futuro che sarà, a mio avviso, meno basato sul fast fashion e più basato sulla qualità, durabilità e sostenibilità che solo il Made in Italy garantisce.

Che rapporto ha con il mondo digital e come lo utilizzate per lo sviluppo dell’azienda?
Durante questo periodo ci siamo invece conto di quanto sia utile il supporto del digitale e credo che, molto probabilmente, questa continuerà a essere una metodologia di lavoro che sfrutteremo spesso anche quando il virus sarà scomparso.

Quali sono i vostri prossimi progetti?
In ambito di progetti rivolti al trade, l’azienda è orientata allo sviluppo dei mercati asiatici dove il brand è già ampiamente presente, con focus specifico sul mercato giapponese. Prevediamo anche un consolidamento e sviluppo nel mercato tedesco. In ambito di progetti rivolti al consumer prevediamo lo sviluppo dell’e-commerce. In ambito corporate prevediamo dalla prossima stagione l’implementazione di progetti eco-friendly.

Start typing and press Enter to search