Girando il mondo, è diventato Ambasciatore della Calabria

Tra cultura e arte, libri e murales, l’artista Giuseppe Caruso (fratello del chitarrista Renato Caruso) divulga “un messaggio di speranza dalla Calabria”

Giuseppe Caruso, fratello del chitarrista e compositore Renato Caruso, è un artista che miscela sapientemente la cultura con l’arte e il design, i libri con i murales e i disegni, la testa con il cuore e l’anima… Ha 46 anni, vive a Petilia Policastro (Crotone) e in questo momento tutti parlano di lui, dell’idea sublime che ha avuto con sua moglie Manuela.

Un artista genuino, vero, autentico

Lo scrittore e giornalista Franco Laratta ne ha fatto un meraviglioso ritratto, eccolo: Di recente è stato nominato “Ambasciatore di Calabria”. Titolo che Giuseppe Caruso si è guadagnato girando il mondo. Nella sua impegnativa e dinamica vita ha studiato a Firenze, Milano, Berlino, Tokyo. Lui è un artista genuino, vero, autentico. Ha vinto premi internazionali ed è attivissimo sui social. Di recente uno dei suoi lavori è stato recensito da Street Art Utopia, rivista online americana, tra i sei murales più “vibrant”, più emozionali al mondo. Hansel, il fratello di Gretel, un’ombra nera di un bimbo che si dondola su di un’altalena tra gli uccelli. Dopo tanto girovagare, qualche anno fa è tornato a Petilia Policastro, il suo paese in provincia di Crotone, con lui la moglie Manuela. Hanno scelto di tornare, tornare per restare, restare per coltivare bellezza. Si occupano dei bambini e degli anziani, riempiono i vicoli di colori e di murales, stanno realizzando una libreria con i libri che arrivano da tutta Italia.

Cose semplici, cose belle

Hanno cominciato da zero, mettendoci tutto il loro tempo, la loro pazienza, e ovviamente senza risorse finanziarie a disposizione, mettendoci perfino i loro soldi per raggiungere l’obiettivo di fare di questo piccolo paese un punto di riferimento della Calabria che non si arrende. E loro non si sono mai arresi. Sono anni che combattono per questo, sono anni e non si sono mai fermati. “Petilia è il mio paese.– afferma Giuseppe Caruso –Qui ci sono nato, qui ho la mia famiglia, qui ho i miei amici, qui ho le mie storie. Tutto è nato in questo piccolo paese. Mio nonno mi raccontava le storie più belle in montagna con luce di una candela. Si soffiava sulla fiamma, si spegnevano le luci e si iniziava a sognare. Cose semplici, cose belle. Il mio paese è proprio là dove passano le nuvole più belle”.

Tutti ora parlano di Petilia

La piccola libreria, i murales, una casetta in dono, le donazioni da tutta Italia, i vecchi giochi. Ed è subito un vero e proprio fenomeno mediatico. Tutti ora parlano di Petilia e di quello che fanno Giuseppe e Manuela. E in tanti li vogliono, li cercano, lo invitano nei piccoli borghi calabresi, parte dei quali sta morendo a causa di un devastante spopolamento! “Con mia moglie lavoriamo in silenzio, con il sorriso e con l’aiuto di tanti bambini e genitori, – racconta Giuseppe Caruso ma da qualche tempo è esploso tutto. Merito dei giornalisti che raccontano le cose belle, merito del sorriso dei nostri amati ragazzi, merito di una comunità, quella di Petilia Policastro che ama e sa amare, che non lascia dietro nessuno, sempre pronta ad aiutare tutti. Per fare grandi progetti c’è sempre bisogno dell’aiuto di tutti”.

Un paese vuol dire non essere soli

La pagina Facebook di Giuseppe Caruso viene seguita da circa 1,3 milioni di persone ogni mese. Ogni anno con la moglie va a Londra per accompagnare gli studenti del corso di inglese di Manuela. Intanto centinaia di libri arrivano in dono da tutta Italia per la libera libreria di Petilia. Scriveva Cesare Pavese: «Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».

I giovani stanno scappando, nell’indifferenza generale

Ma i nostri piccoli centri stanno morendo. I giovani stanno scappando tutti via. Nell’indifferenza generale. “Da quando siamo tornati a Petilia parlo con tutti. – dichiara Giuseppe Caruso – Parlo con i miei disegni. E parlo con i bambini, con tanti anziani. Molti stanno morendo. Dicono che quando muore un anziano muore una biblioteca. Dio sa se tutto questo è vero. L’altra volta zia Felice, mi ha detto: «Giuseppe, ho tre figli e tutti sono fuori. Darei tutto per averne uno qui con me»”. Un po’ di tristezza. Ma dopo qualche secondo torna il sorriso sul volto di Giuseppe, insieme al suo contagioso entusiasmo e alla sua voglia di combattere. Con la moglie formano una formidabile coppia che sta donando tutta sé stessa per lanciare un messaggio di speranza da Petilia verso tutta la Calabria… e non solo!

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