Libertà e orgoglio: 7 profili queer che fanno la differenza
Creator italiani che trasformano i social in spazi di libertà
Libertà è usare i social network non solo come vetrine digitali, ma come veri e propri luoghi di affermazione personale. Per la comunità LGBTQIA+, rappresentano spesso spazi più sicuri, autentici e solidali rispetto al mondo offline. Secondo una ricerca di Hopelab e Born This Way Foundation, l’82% dei giovani queer tra i 15 e i 24 anni si dichiara apertamente online, mentre solo il 53% lo fa nella vita reale. I social offrono ascolto, rappresentazione e connessione: strumenti essenziali per chi, spesso, si sente invisibile o marginalizzato.
Ma la rivoluzione non accade solo a giugno, durante il Pride Month. Succede ogni giorno, grazie a creator che usano la loro voce per ispirare, rompere tabù e riscrivere narrazioni. Sette di loro, in Italia, lo fanno con intelligenza, coraggio e stile. Le loro storie ci ricordano che esprimersi liberamente è un atto politico e poetico insieme.
Paolo Camilli: comicità, attivismo e uno sguardo internazionale
Attore, autore e creator, Paolo Camilli combina teatro, comicità e denuncia sociale in contenuti virali che decostruiscono stereotipi con leggerezza e intelligenza. Ha raggiunto il successo internazionale con The White Lotus, vincendo uno Screen Actors Guild Award. Su Instagram e TikTok, i suoi sketch irriverenti danno voce a una generazione queer che non chiede più permesso. Presto tornerà al cinema con Leopardi & Co., diretto da Whoopi Goldberg.
Samuele Bartoletti: l’eleganza della fluidità queer
Con immagini curate e una narrazione visiva sofisticata, Samuele Bartoletti trasforma ogni post in un piccolo manifesto visivo. Moda, cinema e fotografia si fondono nei suoi contenuti, che esplorano il corpo, la libertà e la fragilità con una grazia rara. Attento ai diritti animali e all’intersezionalità, Samuele mostra quanto l’identità queer sia ricca di sfumature e quanto possa diventare linguaggio artistico.

Lorenzo Balducci: l’ironia come forma di resistenza
Lorenzo Balducci racconta la propria identità queer con ironia e disincanto. Attore e performer, ha portato il coming out sul palcoscenico e sui social con naturalezza, diventando un punto di riferimento per molti. Tra teatro, cinema e contenuti digitali, Lorenzo usa la sua esperienza personale per parlare di fragilità, stereotipi e libertà, ricordando che essere se stessi è già una forma di attivismo.
Le Karma B: icone della trasformazione queer
In attività da oltre vent’anni, Le Karma B sono tra le drag queen più note e amate d’Italia. Il loro linguaggio visivo esplosivo e le performance dissacranti trasformano ogni apparizione in una dichiarazione di indipendenza. Volti noti di Propaganda Live e Ciao Maschio, raccontano l’universo queer con autoironia e profondità, mescolando cultura pop e militanza.
Simonetta Musitano: la satira incontra il transfemminismo
Attrice, autrice e stand-up comedian, Simonetta Musitano affronta temi come identità, potere e discriminazione con uno humour tagliente e necessario. Con spettacoli come “Una donna con le palle” e partecipazioni a programmi come Comedy Central Live, smaschera il pregiudizio con una risata e ribalta le aspettative. Il suo talento comico si trasforma in atto politico che parla a tutte e tutti.
Gabriele Piazza: tra comicità e consapevolezza civile
Durante la pandemia, Gabriele Piazza ha conquistato migliaia di follower con video che uniscono comicità, sensibilità e impegno sociale. I suoi contenuti affrontano tematiche come i diritti delle donne, l’inclusione e l’uguaglianza con uno stile autentico e coinvolgente. Usa le piattaforme social per creare consapevolezza, dimostrando che l’intrattenimento può anche educare.
Eric Shin: un manifesto queer a ritmo di musica
Eric Shin, artista e creator di origini coreane, è un uragano di ironia e verità. I suoi video su TikTok sono uno specchio tagliente della società, mentre la sua musica – come il brano “Kittesen” – si trasforma in un inno alla libertà queer. Attraverso arte e attivismo, Eric mostra come la visibilità queer possa diventare un linguaggio universale, che parla di identità, cultura e orgoglio.

Una rivoluzione quotidiana alla libertà, non stagionale
Nel mondo digitale, l’attivismo queer non si limita ai mesi arcobaleno. Ogni post, ogni story, ogni reel di questi creator racconta che l’autenticità non ha stagioni. “L’inclusione vera si costruisce ogni giorno, non solo a giugno”, sottolinea Francesco Rellini, co-founder di Wonty Media, agenzia che rappresenta molti di questi talenti. “Non cerchiamo attivisti da palinsesto, ma voci vere. I brand devono imparare a valorizzare la diversità come risorsa continua, non come slogan temporaneo”.
Questi sette profili lo dimostrano: esprimersi è un gesto potente. Non chiede consenso, ma ascolto. Non cerca accettazione, ma rispetto. E nel farlo, cambia la cultura. Una storia, una battuta o una foto alla volta.
A cura di Martina Marchioro
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