Anna Wintour lascia Vogue: fine di un’era leggendaria

Anna Wintour lascia la direzione di Vogue dopo 37 anni. Dopo un lunghissimo periodo, in cui ha incarnato l’essenza stessa di Vogue, Wintour ha annunciato il suo addio alla direzione del magazine con la consueta fermezza disarmante e un tocco di quella glaciale eleganza che l’ha resa un’icona ben oltre le pagine patinate. Lo ha fatto senza clamori, durante una riunione interna, davanti al suo staff, come si confida a una famiglia allargata che ha guidato con polso sicuro e visione affilata dal 1988.

Un cambiamento che risuona come uno spartiacque

Anna Wintour-Fashionlifeweb
Anna Wintour PH IG

La notizia, subito trapelata, ha il peso di un cambio di secolo, di una porta che si chiude su un’epoca in cui la moda è stata anche, e soprattutto, un linguaggio di potere. A confermarla fonti vicine a Condé Nast: Wintour è pronta a lasciare la guida di Vogue America, pur mantenendo i suoi ruoli di supervisione globale nei contenuti editoriali, come una regina che abdica solo in parte, osservando il nuovo corso dal suo trono più alto.

E non si tratta di un addio nostalgico. “Il mio desiderio più grande è aiutare la nuova generazione di redattori”, avrebbe detto ai suoi, sottolineando la necessità di una voce fresca, capace di leggere il futuro senza timore. Wintour sa che ogni grande leader deve anche saper lasciare, e farlo con stile.

L’eredità di una regina della moda

Anna Wintour 4 - Copia
Anna Wintour PH IG

È il segnale di un’eredità che non si spegne ma si tramanda, come un abito d’alta sartoria che passa da una generazione all’altra senza perdere la sua forma perfetta. Il suo sguardo rimarrà vigile: continuerà a dirigere Vogue nel mondo e a occuparsi degli eventi chiave, come i celebri Vogue World che ha ideato per fondere moda, cultura e spettacolo in un unico palcoscenico globale.

Ma la sua uscita dalla redazione operativa segna qualcosa di più profondo: la fine di un dominio che ha attraversato decenni di trasformazioni estetiche e sociali, imponendo uno sguardo, una disciplina, un codice.

L’inflessibilità delle sue scelte, il culto dell’eccellenza, la capacità di far tremare designer, attrici e CEO con una sola alzata di sopracciglio, hanno reso Anna Wintour molto più di una direttrice.

Un’eredità che continua a influenzare

È stata arbitra di gusto, regista invisibile di ciò che andava celebrato o dimenticato. Nessuna come lei ha saputo rendere la moda un affare di intelletto, un campo di battaglia culturale in cui l’immagine non era mai solo immagine, ma visione, potere, rivoluzione.

E adesso che si fa da parte, non c’è spazio per il rimpianto. C’è l’eco di un applauso trattenuto, di quelli che si fanno nei salotti veri, quando l’ultima nota risuona e tutti sanno che hanno assistito a qualcosa che non si ripeterà.

A cura di Katya Malagnini
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