Chef Vincenzo Spadafino: riscopriamo le tradizione
Dopo gli anni gloriosi di Carpi, lo chef Vincenzo Spadafino il “re del tortello” si è trasferito in Romagna a Milano Marittima: Basta sushi e hamburger, torniamo a mettere nei piatti dei giovani i sapori delle nostre origini.
Incontriamo lo chef Vincenzo Spadafino, chef e titolare dell’omonimo ristorante che sorge nella rotonda Don Minzoni nel cuore di Milano Marittima. Dopo gli anni gloriosi alla guida de “Il caffè del teatro” di Carpi, Spadafino è ripartito dal salotto buono della riviera romagnola, da quella Milano Marittima da sempre epicentro della movida più patinata.
Per vincere la sfida gastronomica con i colossi della ristorazione romagnola (dal Caminetto alla Terrazza Bartolini) Spadafino è tornato alle origini, riproponendo i grandi classici della cucina emiliana.
Buongiorno chef Vincenzo Spadafino, ci racconti della sua cucina?
“La mia cucina è, prima di tutto, un fedele ritorno alle origini per dimostrare che, nell’epoca del sushi, dell’hamburgher e della cucina molecolare, c’è sempre spazio per l’italianità e per la semplicità delle cose buone”
Chef ricerca o tradizione nei suoi piati?
“Quando si interpretano i grandi classici della cucina italiana, come il tortello o il bollito, la ricerca – deve lasciare spazio alla tradizione. E’ un fatto di rispetto e di cultura. I giovani oggi scelgono sashimi e crema wasabi senza neppure sapere cosa stanno mangiando. Per questo, oggi come non mai, è importante difendere la nostra cultura e tornare a mettere nei piatti dei nostri figli i sapori della tradizione”.

Il suo cavallo di battaglia è l’ormai celebre “tortello perla verde”, preparato “solo” con burro e parmigiano ed insignito di recente dalla rivista “Food and Travel” con il premio “2021 Reader Awards”
Una scelta di rispetto verso una terra – l’Emilia – che l’ha consacrato come chef di primissimo ordine.
Tra mitologia e leggenda, del resto, il turtlén racconta il folclore di una terra godereccia che, tra campanilismi e veracità, ha sempre vissuto in simbiosi con la buona tavola.

Chiuso rigorosamente a mano e tirato al mattarello per mantenere porosità ed elasticità, il “Perla Verde” viene farcito con un impasto tipico bolognese a base di mortadella, prosciutto, Parmigiano Reggiano 24 mesi, noci moscate, pepe e lonza di maiale.
La sfoglia verde è a base di pasta fresca di spinaci, il condimento è una fusion delicata di burro e fonduta di parmigiano, mentre la “dimensione” è una libera licenza dello chef Spadafino che, ispirandosi alle ricette più antiche (che consigliavano 10-12 tortellini al cucchiaio), ha scelto un taglio intermedio, leggermente più grande rispetto alla tradizione, ma più minuto di quello abitualmente utilizzato per il brodo.
Il “Perla Verde” è la sintesi sublime di un percorso culinario mantecato da tante esperienze di vita.
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