La Bioeconomia: unica leva per una transizione sostenibile
L’Europa, tra sfide e opportunità, sceglie la Bioeconomia
La “svolta verde” è diventa per l’ Unione Europea ormai improcrastinabile. Il divario di innovazione rispetto a USA e Cina è stato ben evidenziato nel Rapporto Draghi. Questo ha sottolineato il ritardo dell’Europa negli investimenti in ricerca e sviluppo. Tuttavia, oltre a questa criticità, emerge un’altra grande sfida: raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, come previsto dal Green Deal Europeo.
Per colmare il gap competitivo e affrontare le sfide globali, l’Europa deve combinare innovazione e sostenibilità, due pilastri essenziali per il suo futuro. Tra le molte soluzioni disponibili, un settore in particolare può giocare un ruolo chiave: la bioeconomia. Questo comparto include settori strategici come agricoltura, silvicoltura, agroalimentare, biochimica, farmaceutica, bioplastiche, fino a moda e cosmesi. La bioeconomia può diventare un acceleratore della transizione ecologica. Può aiutare a ridurre le emissioni di CO2, promuovendo la biodiversità e incentivando un modello economico circolare e resiliente.
Lo stato della competitività in Europa
Nel 2023, l’Europa ha investito 387 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, con una forte concentrazione nel settore automobilistico. Tuttavia, questa cifra impallidisce rispetto ai 928 miliardi di dollari degli USA e ai 419 miliardi della Cina. Questi paesi puntano già da tempo sul digitale. Il divario si riflette anche negli investimenti in venture capital: nel 2024, su 368,5 miliardi di dollari globali, 59% è stato destinato agli USA, 21% alla Cina e solo 17% all’Europa.
Inoltre, il trasferimento tecnologico resta debole. Nel 2021, l’Europa ha rappresentato appena il 17% delle domande di brevetto globali, rispetto al 21% degli USA e al 25% della Cina. Anche gli investimenti di venture capital nelle fasi iniziali sono significativamente più bassi rispetto agli USA. Questo indica l’urgente necessità di politiche di supporto più incisive.

Transizione ecologica: il percorso verso la decarbonizzazione
Raggiungere la neutralità carbonica richiede investimenti pubblici e privati. La Commissione Europea ha annunciato un piano da 1.000 miliardi di euro in dieci anni. Secondo tale piano il 30% del bilancio UE 2021-2028 e di NextGenerationEU sarà destinato a progetti verdi. Tuttavia, il 95% dei fondi è stato orientato alla mitigazione del cambiamento climatico. In tal modo, però, verrà in parte trascurata la necessaria adattabilità delle filiere sostenibili.
Sebbene gli investimenti europei in sostenibilità siano raddoppiati nell’ultimo decennio, il percorso per raggiungere gli obiettivi climatici richiede ancora maggiori risorse e strategie mirate.
Il ruolo centrale della bioeconomia
La bioeconomia rappresenta una leva strategica per il Green Deal Europeo. La Commissione Europea l’ha riconosciuta come un elemento essenziale per garantire la sicurezza alimentare. Ma garantisce anche la gestione sostenibile delle risorse naturali, la riduzione della dipendenza da risorse fossili e il potenziamento della resilienza economica. La transizione verso un modello bio-based può attrarre capitali e stimolare innovazione. Può creare anche filiere produttive rigenerative, valorizzando il patrimonio naturale europeo.
Bioeconomia in Europa e in Italia: numeri e prospettive
Nel 2023, gli investimenti europei in Agrifood, Biomateriali, Cleantech e Tech&Digital hanno raggiunto 11,6 miliardi di euro, coinvolgendo 24 dei 27 paesi UE. Il settore della bioeconomia ha un valore di oltre 2.350 miliardi di euro e coinvolge 16 milioni di lavoratori. Tuttavia, nel 2024 si è registrata una contrazione degli investimenti nel Climate-Tech, segnalando la necessità di nuove strategie di sostegno.
Anche in Italia, il settore cresce ma con difficoltà. Ha superato i 220 milioni di euro in investimenti di venture capital nel Climate-Tech nel 2023. Ma nei primi nove mesi del 2024 gli investimenti sono scesi a 100 milioni di euro. Nel 2023, gli investimenti in Agrifood, Biomateriali, Cleantech e Tech&Digital hanno raggiunto 132 milioni di euro, pari all’1,1% del totale europeo e al 10% del venture capital nazionale.
Il settore della bioeconomia italiana continua a crescere, raggiungendo un valore complessivo di 437,5 miliardi di euro, con 2 milioni di occupati. Inoltre, il panorama delle startup bio-based è particolarmente attivo, con 808 imprese innovative, pari al 6,6% del totale delle startup italiane.

Strategie per accelerare la transizione bio-based
Per consolidare il ruolo della bioeconomia e attrarre maggiori capitali, il report “La Bioeconomia come motore di crescita sostenibile. Opportunità e strategie” propone diverse azioni chiave:
- Potenziare l’innovazione bio-based con investimenti mirati e fondi di venture capital specializzati, favorendo la collaborazione tra imprese e università.
- Facilitare la sperimentazione e lo scale-up tecnologico attraverso strumenti come regulatory sandboxes e living labs, riducendo i rischi normativi e velocizzando la commercializzazione.
- Snellire la burocrazia e incentivare il procurement verde, migliorando la regolamentazione di biocarburanti, bioplastiche e biomateriali e favorendo agevolazioni fiscali per soluzioni rinnovabili.
- Incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo, sfruttando programmi europei come Horizon Europe, Life e Innovation Fund per finanziare tecnologie bio-based e impianti pilota.
Conclusioni
L’Europa ha la possibilità di diventare un leader globale nella bioeconomia e nella sostenibilità, ma servono strategie più incisive e mirate. Investire in innovazione, creare sinergie tra pubblico e privato e sviluppare normative più efficienti consentirà di accelerare la transizione verde e rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050.
A cura di Martina Russo
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